Luigi Sturzo
(Caltagirone 1871 - Roma 1959)
Religioso, politico e fondatore del Partito Popolare Italiano.
Fu uno dei più illuminati studiosi della questione meridionale: secondo la sua analisi, infatti, era necessario sperimentare forme di organizzazione cooperativa al sud per potenziare e sostenere la piccola e media proprietà contadina, come antidoto all’arretratezza e alla marginalizzazione del Meridione rispetto alle nuove dinamiche economiche e commerciali nazionali.
Fondò infatti la prima Cassa Rurale in Sicilia e una Banca federale cattolica.
Nel 1946, intervenendo sulla rivista Italia cooperativa don Sturzo affermava: “Per quanto la cooperazione, nel senso stretto della parola, si applica a quelle intraprese che si basano sulla uguale comunanza di interessi e di vantaggi tra i soci, lo spirito di cooperazione abbraccia ogni ramo di attività perché fa appello alla fratellanza umana e alla collaborazione reciproca”.
E, paragonando l’impresa mutualistica con la gemella capitalistica, sottolinea che “mentre la cooperativa non intende soppiantare l’iniziativa privata, che risponde a concetti di sana economia, intende combattere quel capitalismo invadente ed accentratore che tende a creare, a suo vantaggio, dei monopoli di sfruttamento”.
Nel 1947, In una lettera indirizzata “agli amici siciliani” impegnati nella promozione e diffusione del movimento cooperativo scriveva:
“La cooperazione, in tutte le sue forme, deve essere alla base di ogni riforma sociale; e noi dobbiamo preferirla perchè tende, per il suo carattere specifico, a superare gli egoismi tanto del capitalismo reazionario e sfruttatore e del sindacalismo politicante e a base di lotta di classe (...) Come uno dei più anziani cooperatori della corrente cristiana, mi permetto di farvi tre raccomandazioni: a) che la cooperazione promossa sia basata sulla tecnica cooperativa, senza indulgere in speculazioni contrarie alla cooperazione e alla sua funzione sociale; b) che sia animata da una moralità rigida senza condiscendenze per nessuno e senza deflettere dalla linea prescritta dalla morale cristiana; c) che sia mantenuta estranea alla politica elettorale, anche quando gli avversari politici usano e abusano in questo senso delle loro cooperative, per quella separazione di compiti e di responsabilità fra organizzatori sociali di partito politico, che libera le une e le altre da responsabilità non proprie”.
Iniziò a proporre nei primi anni del ‘900, inoltre, la fondazione di un partito di cattolici - in opposizione al divieto di partecipazione alla politica nazionale: nel 1919 nacque così il Partito Popolare, di cui Sturzo fu segretario fino al 1923.
Costretto a lasciare l’Italia dal fascismo, visse a Londra per fare ritorno solo nel 1940: non partecipò alla politica attiva della Democrazia Cristiana del dopoguerra ma rimase propositivo e attento rispetto alla questione meridionale; sostenendo la Cassa per il Mezzogiorno e le autonomie locali dei territori.
Tra i numerosi scritti di Sturzo:
• Opera omnia, Bologna, Zanichelli, edizione in formato digitale
• Battaglie per la libertà : 1952-1959
• Lettere non spedite, a cura e con introduzione di Gabriele De Rosa, Bologna, Il Mulino
• Scritti inediti, a cura di Francesco Piva, Franco Rizzi, Francesco Malgeri, prefazioni di Gabriele De Rosa, Roma, Istituto Luigi Sturzo; Palermo, Editrice Mediterranea, 2001
• Luigi Sturzo, Emanuela Sturzo, Carteggio (1891-1948), a cura e con introduzione di Vittorio De Marco, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2005
• Luigi Sturzo, Alcide De Gasperi, Carteggio (1920-1953), a cura e con introduzione di Francesco Malgeri, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2006
Opere scelte di Luigi Sturzo, a cura di Gabriele De Rosa, Roma-Bari, Laterza, 1992 comprende:
1: Il popolarismo, a cura di Gabriele De Rosa
2: Stato, Parlamento e partiti, a cura di Mario D'Addio
3: Chiesa e Stato, a cura di Eugenio Guccione
4: La sociologia fra persona e storia, a cura di Achille Ardigò e Luigi Frudà
5: Riforme e indirizzi politici, a cura di Nicola Antonetti
6: La comunità internazionale e il diritto di guerra. Con una scelta degli articoli sul secondo conflitto mondiale, a cura di Gabriele De Rosa
Diverse sono le biografie a lui dedicate:
• Gabriele De Rosa, Luigi Sturzo, UTET, Torino, 1977
• Gabriele De Rosa, Sturzo mi disse, Morcelliana, Brescia, 1982
• Francesco Malgeri, Luigi Sturzo, Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo (Milano), 1993
• Giuseppe Palladino, Don Sturzo oggi, La Nuova Cultura Editrice, Napoli, 1995.
• Francesco Piva, Francesco Malgeri, Vita di Luigi Sturzo, prefazione di Gabriele De Rosa, Istituto Luigi Sturzo, Roma, ; Editrice Mediterranea, Palermo, 2001
• Gabriella Fanello Marcucci, Luigi Sturzo. Vita e battaglie per la libertà del fondatore del Partito popolare italiano, Mondadori, Milano, 2004
• Gabriella Fanello Marcucci, Sorvegliato speciale. Sturzo a Londra nel mirino dell'OVRA, Rubbettino, 2006
• Eugenio Guccione, Luigi Sturzo, Flaccovio, Palermo, 2010
• Eugenio Guccione, Luigi Sturzo - Il prete scomodo fondatore del Partito Popolare Italiano (1919), Di Girolamo, Trapani, 2018.
• Eugenio Guccione, Pensiero e azione in Luigi Sturzo prete e statista, Edizioni Il Pozzo di Giacobbe, Trapani, 2019
Sul numero 10-11 della rivista federale La cooperazione trentina (1947) si possono leggere una serie di citazione dedicate da don Luigi Sturzo alla cooperazione:
“La cooperazione, in tutte le sue forme, deve essere alla base di ogni riforma sociale, e noi dobbiamo preferirla perchè tende, per il suo carattere specifico, a superare gli egoismi tanto del capitalismo reazionario e sfruttatore che del sindacalismo politicante e a base di lotta di classe.
La cooperazione crea un tipo moderno di società privata a scopi sociali a favore della comunità dei soci, i quali dal legame economico si sollevano alle forme di solidarietà morale sia nella stessa propria classe sia fra gli appartenenti di classi diverse collegando nell’ambito degli affari a un fine comune il lavoratore e il datore di lavoro.
La funzione sociale della cooperazione è cardinale nella struttura della società per arrivare ad attenuare le differenze sociali che danno luogo a contrasti di classe e a demagogie politiche; e per superare l’individualismo economico che non risponde affatto alla complessa economia moderna. Che se l’individualismo di un secolo e più da noi servì a rompere l’antico vincolismo feudale e corporativo che paralizzava l’utilizzazione delle forze economiche dirette alla grande industria e alla libertà di commercio, lasciò alla mercè degli egoismi della produzione il lavoro e le risorse della piccola proprietà. Fu allora che i pionieri di Rochdale iniziarono la cooperazione, che doveva in un secolo divenire un fatto economico importante e fecondo.
Come uno dei più anziani cooperatori della corrente cristiana, mi permetto farvi tre raccomandazioni:
• che la cooperazione da noi promossa sia basata sulla tecnica cooperativa, senza indulgere a speculazioni contrarie alla cooperazione e alle sue funzioni sociali;
• che sia animata da una moralità rigida, senza condiscendenze per nessuno e senza deflettere dalla linea di condotta prescritta dalla morale cristiana;
• che sia mantenuta estranea alla politica elettorale, anche quando gli avversari politici usano ed abusano in questo senso delle cooperative; per quella separazione di compiti e di responsabilità tra organizzazioni sociali e partito politico, che libera le une e le altre da responsabilità non proprie”.
Nella Prefazione al volume Problemi attuali della cooperazione scritto da Giuseppe Belotti (1947) don Luigi Sturzo scrive:
“L’idea della cooperazione libera e apolitica è la nostra.
Coloro che vogliono fare della cooperazione un mezzo di vantaggi politici per sé o per il partito ne stiano lontani.
La cooperazione è basata sul carattere di intesa amichevole fra i soci; non divisi fra minoranze e maggioranze di colore, ma affratellati nello spirito del mutuo aiuto e del mutuo interesse.
Gli amici della cooperazione “cristiana” usano siffatto aggettivo non per trasformare la cooperativa in associazione confessionale, ma per fissarvi una base etica e un’affinità di convinzioni comuni, che unisce i cooperatori in un ideale superiore.
Nè ingerenza statale nè infiltrazione politica; la cooperazione sia libera e responsabile.
I veri cooperatori siano gelosi di questo ideale”.
Per approfondire:
• G. De Rosa, Sturzo Luigi, in F. Traniello - G. Campanini (a cura di), Dizionario storico del movimento cattolico in Italia, 1860-1980, Marietti, Casale Monferrato, 1981
• G. Cassiani, G. Malgeri, V. De Marco, Bibliografia degli scritti di e su Luigi Sturzo, Gangemi, Roma, 2016.