Giovanni Faraboli
(Parma 1876-1953)
Nato a Fontanelle, nei pressi di Parma, fu uno degli esponenti di punta del cooperativismo parmense.
Di idee socialiste, contribuì all’organizzazione del movimento sindacale e della lega dei contadini, favorendo le iniziative dei lavoratori a livello cooperativo, di alfabetizzazione e sostegno, secondo un disegno di “cooperativismo integrale” simile al modello reggiano elaborato da Antonio Vergnanini.
Scrive Margherita Becchetti: “Il suo sogno fu quello di una cooperazione integrale, una rete economica nelle mani dei lavoratori, alternativa e competitiva con le regole di mercato dettate dagli agrari, fatta di cooperative, consorzi, spacci e laboratori, dove il lavoro fosse equamente pagato, i prezzi sotto controllo e i profitti reinvestiti in beni sociali. E su questo sogno egli fondò la sua instancabile attività di dirigente politico, sindacalista e cooperatore, prima nell’Italia liberale e poi nell’esilio francese durante la dittatura di Mussolini, fino all’adesione, ormai anziano, al Partito socialdemocratico”.
Con l’avvento del fascismo la struttura cooperativa di Fontanelle fu colpita duramente e Faraboli scappò in Francia, dove si impegnò ancora nel facilitare la formazione di progetti cooperativi.
Tornato in Italia, ricevette la Stella degli italiani benemeriti all’estero, tuttavia non riuscì ad inserirsi nel nuovo - mutato - contesto socio-politico e fino alla morte visse un periodo di isolamento.
Definito dal conterraneo Giovanni Guareschi la "chiara e onesta faccia", pur essendo stato tra i protagonisti della storia del movimento operaio parmense, morì in solitudine all’Ospedale degli Incurabili.
Per approfondire:
• U. Sereni, Il movimento cooperativo a Parma, De Donato editore, Bari, 1977;
• F. Furlotti, Quando a Parma la cooperazione…, in Cooperazione italiana, 1987.
• M. Becchetti, L’utopia della concretezza. Vita di Giovanni Faraboli socialista e cooperatore, Clueb, Bologna, 2012