Maurizio Monti
(1911-1983)
Nato a Como, dopo aver svolto incarichi professionali a Milano e in Sicilia, si trasferì stabilmente a Rovereto dal 1940, dove operò come segretario dell’Ente di zona della cooperazione (il settore del movimento cooperativo che comprendeva tutti i settori ad eccezione del credito, che il fascismo aveva voluto separare).
Finita la seconda guerra mondiale, Monti, ormai “trentino d’adozione”, avviò una carriera fulminante nel mondo della cooperazione, locale e nazionale. Dal 1945 al 1963 è direttore della SAV (Società Agricoltori Val Lagarina); nel 1949 è presidente di Leno, una neocostituita cooperativa edilizia; nel 1959 è tra i promotori di CAVIT, di cui resta presidente fino al 1976; dal 1964 al 1973 è direttore del SAIT.
Già consigliere di amministrazione dell’ente federale, fu eletto presidente della Federazione Trentina della Cooperazione nel 1976 fino al 1983, anno in cui morì improvvisamente.
Dal 1980 al 1982 fu il primo presidente di Cooperfidi.
A livello nazionale numerosi furono i suoi incarichi.
Consigliere di Confcooperative, fu presidente nazionale di Federcantine dal 1973 fino alla sua prematura scomparsa; consigliere di Federcasse, ne divenne vicepresidente; nel 1976 divenne consigliere di amministrazione di ICCREA- Istituto centrale casse rurali ed artigiane.
Quelli di Monti furono anni di cambiamento per il sistema cooperativo trentino: il suo intento, nell'assumere la guida del SAIT fu quello di affrontare le sfide contemporanee in essere, cioè mantenere competitività non tradendo i principi della cooperazione e del presidio territoriale. Era necessario quindi razionalizzare i costi e le spese: il periodo è infatti quello del boom delle grandi catene di supermercati a basso costo, accompagnate da un cambiamento culturale nelle modalità di consumo che vide diminuire il ruolo del commercio ‘tradizionale’. Furono anche anni di critica allo stesso Monti e al sistema cooperativo in cambiamento; visto come in fase di allontanamento dagli ideali originari e troppo vicino alle logiche capitalistiche di mercato.
L’approccio di Monti pose al centro, inoltre, la tematica della partecipazione e l’importanza del collegamento tra settori diversi in ambito cooperativo, teso a un sistema di cooperazione integrata.
Monti fu un protagonista anche nella vita politica: dal 1956 al 1960 fu prima consigliere comunale e poi per un mandato sindaco di Rovereto. Dal 1968 al 1976 è eletto, sempre nelle file della Democrazia Cristiana, in Parlamento. Nel 1971, alla Camera dei Deputati, fu relatore della legge di riforma sull’ordinamento delle società cooperative.
Riportiamo alcuni brani dell’intervento tenuto dall’on. Maurizio Monti dal titolo “Attualità della cooperazione di consumo”, e pubblicato nel volume Una politica per la cooperazione. L’iniziativa della Democrazia Cristiana per i tipi di Edizioni Cinque Lune nel 1972:
“La cooperativa si distingue nettamente dall’impresa capitalistica, perchè questa ha soltanto per scopo la realizzazione di un utile per il capitale, che è il padrone dell’impresa, nel mentre nella cooperativa il capitale è semplice strumento fornito senza o con minimo compenso dai soci consumatori (...) il segreto del successo e della prosperità della cooperazione sta nella cooperazione di tutti i soci, il che naturalmente richiede amministratori all’altezza del loro compito”
L’on. Monti sottolinea una virtuosa sinergia d’intenti fra mutualismo cooperativo e organizzazioni sindacali:
“(...) una certa comune finalità tra sindacati e cooperative, tesi gli uni (i sindacati) a far conquistare migliori condizioni di lavoro alle classi più bisognose e le altre (le cooperative), per stare sempre nel campo del consumo, a valorizzare le retribuzioni”.
“Le imprese a base mutualistica non hanno solo meriti di natura economica, ma costituiscono uno dei principali freni alla corsa del mondo verso un modello sociale fondato sull’egoismo e sul consumismo dilaganti: da tenere in grande considerazione sono anche “le finalità di ordine sociale e morale di essa cooperazione, in quanto educando alla solidarietà e al mutuo appoggio eleva il livello di vita dei lavoratori anche spiritualmente; la capacità di correggere, se non di superare, lo sfrenato egoismo del mondo dei capitalistico, senza arrivare al collettivismo, annientatore della personalità umana e della libertà”.
Monti ribadisce l’importanza dell'auto mutuo aiuto come strumento di soluzione dei problemi posti dalla complessità:
“Non può che ritenere validissimi i principi di autodifesa, di solidarietà e di emancipazione dall’altrui potere, avanzati da coloro che vogliono provvedere da se stessi a soddisfare determinati bisogni; oggi come ieri rimane valido il fatto che chi, unendosi ad altri, studia da sè i propri problemi, ha certo maggiori probabilità di ben risolverli, esistendo determinate condizioni, che non affidandosi ad intermediari o ad altri enti collettivi burocratici.
La logica del 1844, la logica dei probi pionieri di Rochdale, è la logica di oggi, è la logica di sempre; la cooperativa rappresentava ieri strumento efficace per permettere alla persona umana di partecipare con dignità al processo economico-produttivo e di salvaguardare i valori dello spirito; ancora - è riconosciuto da tutti - introduceva alla vera democrazia; quanto essa non è più necessaria ai giorni nostri, con l’ingigantirsi di tutto ciò che tende, checchè se ne dica, a ridurre nell’uomo la soddisfazione del proprio lavoro, del fare, del creare, del partecipare?”.
Riguardo al futuro della cooperazione di consumo (siamo agli inizi degli anni 70) per Monti appare chiaro come la classe dirigente mutualistica dovesse fare i conti le piccole dimensioni delle imprese cooperative, con il mutare dei tempi, degli usi e costumi del consumatore, e soprattutto di una concorrenza fortemente agguerrita, in particolare nel campo della grande distribuzione organizzata:
“Sembra indubbio che non si possa sfuggire al principio dell’ampiezza dell’impresa, tendenza del resto già in atto; e poichè, così agendo, uno dei principi fondamentali che sono alla base del movimento, la partecipazione del consumatore socio alla vita della propria cooperativa, già allentata dalla dispersione della vita moderna, arrischia di essere ulteriormente compromessa, occorrerà rafforzare quegli accorgimenti atti a creare nuovi motivi di richiamo ed a far sentire di più al consumatore la vita del proprio ente, favorendo innazitutto l’associazione del cliente non socio, educandolo sulla funzione della cooperativa ed interessandolo con forme nuove alla gestione ed ai suoi risultati.
Lo sviluppo di ogni attività richiede però mezzi adeguati, oltrechè uomini preparati”.
Di seguito alcuni passaggi della relazione del presidente Maurizio Monti presentata al convegno del 10 dicembre 1978 in occasione dell’80esimo dalla morte di don Lorenzo Guetti al 1978:
“Affinchè tutti i cooperatori trentini riprendano e approfondiscano quello spirito di solidarietà e di fratellanza che esisteva alle origini del movimento cooperativo (...) Il messaggio di don Guetti è rivolto ai giovani nella speranza di dare ad essi un’idea più precisa di ciò che la cooperazione ha rappresentato per la rinascita economica e sociale del Trentino e per l’emancipazione delle classi popolari negli anni duri a cavallo del secolo. La riproposizione della storia e dell’ideale cooperativo è soprattutto una proposta concreta, un punto di riferimento sicuro per chi cerca nelle crisi di oggi nuovi valori di solidarietà e di autogestione sui quali rinsaldare il tessuto sociale e ricostruire una prospettiva futura più serena per le nostre comunità”.
Maurizio Monti riconosce l’attrattività della formula cooperativa in una provincia ad altissima intensità rispetto ad altre regioni del nostro Paese:
“Direi che quasi istintivamente, forse pure senza ancora una chiara coscienza, tante classi sociali stanno rivolgendosi alla cooperazione nella ricerca di una maggiore valorizzazione della persona umana, in base al concetto primordiale di strappare dall’emarginazione le categorie più deboli, ma anche nel tentativo di cambiare la società, di fare dell’uomo il reale protagonista di essa”.
Per approfondire:
Andrea Leonardi (a cura di), Maurizio Monti cooperatore e amministratore, Comune di Rovereto, 2007.