Daniele Speranza
(1843-1919)
Maestro di scuola a Comighello, stretto collaboratore di don Lorenzo Guetti, con il quale fondò la prima cooperativa di smercio e consumo, di cui fu anche segretario.
Nel numero unico de La cooperazione trentina, nel primo anniversario della morte di don Lorenzo Guetti, aprile 1899, si legge:
“Il Signor maestro Daniele Speranza avrebbe voluto dare l’estremo vale alla salma dell’indimenticabile suo amico, confidente e collega in cooperazione, e rilevarne la bontà d’animo, la schiettezza di carattere, l’affabilità di modi, l’ardente carità cristiana ed il caldo patriottismo, uniche norme d’ogni detto, d’ogni opera di lui, ma ne fu impedito dalla grande commozione”.
Scrive su di lui Daniel Caliari:
Fra le figure più influenti della società bleggiana di fine Ottocento si annovera sicuramente il maestro Daniele Speranza di Duvredo, fortemente fiducioso nel progetto cooperativo di don Lorenzo Guetti e impegnato in numerose attività pubbliche dell’epoca, tra cui il Corpo pompieri di Bleggio Inferiore, l’ospedale di S. Croce e il Casino di Bersaglio di Stenico.
Di Speranza ci sono rimasti due diari, nei quali egli narra ampiamente le vicende accadute al Bleggio tra il 1915 e il 1919, soffermandosi in particolare sulle miserie patite durante la Grande Guerra.
Daniele Speranza nacque a Duvredo il 3 novembre 1843, primogenito di Luigi Speranza di Pastoedo (1815-1864) e Marianna Gusmerotti di Duvredo (1821-1851).
Nel 1836 il padre risulta essere maestro di Larido, a Bleggio Superiore; lo si ritrova maestro di Santa Croce nel 1838, incarico che ricopriva anche alla nascita del figlio. In seguito, Luigi e Marianna ebbero altri tre figli: Sperandio Raffaele (1846-1930), Letizia Proba (1848-1929) ed Ignazio Giuseppe (1851-1851).
Daniele Speranza iniziò gli studi nel 1849/1850, come riportato sul suo atto di nascita, mentre nel 1858, seguendo le orme del padre, iniziò ad insegnare nella scuola elementare. Le maggiori informazioni su questo periodo ci sono fornite da Speranza stesso che, nella sua memoria autobiografica, dedica un capitolo alle istituzioni a cui prese parte durante il corso della propria vita. Innanzitutto, Speranza ci informa di aver iniziato la propria carriera di maestro a Tignerone, per insegnare poi a Vo Sinistro, Bono, Daone (1874) e Comighello (verso il 1880). Esercitò tale professione per 45 anni, andando in pensione nel 1904.
Il prossimo evento-chiave nella sua vita è il matrimonio: si sposò l’8 luglio 1865 con Maria Bellotti di Comighello (1844-1890), dalla quale ebbe undici figli: Ignazio Luigi (1866-1867), Ignazio Virginio (1868-1870), Luigi Enrico Guido (1870-1890), Luigia Letizia (1872-1906), Lodovico (1875-1893), Ida (1877-1878), Leonida (1879-1951), Maria (1882-1885), Ezio Valdemiro (1884-1884), Carmelina (1887-1964) e Angela Maria Elisa (1889-1899).
Il 2 aprile 1894, quattro anni dopo la morte della moglie, Speranza si risposò con Maria Romanelli da Creto (nata nel 1855), da cui tuttavia non ha figli.
Speranza ricorda poi di aver ottenuto, nel 1873, la qualifica in bachicoltura, dirigendo gli allevamenti di bachi tra 1873 e 1883 e riuscendo a debellare, grazie a selezioni cellulari ed esami microscopici, una malattia che aveva infettato i bachi del paese di Duvredo. Che Speranza sia stato un’autorità in questo ambito è confermato anche dal fatto che alcuni suoi articoli vennero pubblicati da «L’Agricoltore» (febbraio 1874).
In seguito, nel 1880, Speranza divenne responsabile del Casino di Bersaglio di Stenico, mentre cinque anni dopo divenne capo dei Bersaglieri di Bleggio. Approfondendo questo punto, egli dichiara di essersi adoperato, assieme a Bernardino Ferrari di Stenico (1839-1883), per promuovere l’istituzione di tale Casino, di cui fu Consigliere di direzione.Il 2 aprile 1894, quattro anni dopo la morte della moglie, Speranza si risposò con Maria Romanelli da Creto (nata nel 1855), da cui tuttavia non ha figli.
Altro importante traguardo raggiunto da Speranza fu la fondazione del Corpo pompieri di Bleggio Inferiore, che risale almeno al 20 giugno 1885. In tale data, infatti, il Corpo venne formalizzato dal Capo Comune Bortolo Bleggi (1804-1897), che nominò comandante Daniele Speranza e vicecomandante Pietro Malacarne di Sesto. Come comandante gli successe il figlio Leonida, che occupò la carica dal 1914 al 1924.
Insieme a don Giovanni Battista Lenzi (1841-1917, parroco del Bleggio dal 1883), Speranza fu inoltre coinvolto nel movimento cooperativo, che vide il proprio fulcro attorno a don Lorenzo Guetti da Vigo Lomaso (1847-1898). I tre sono ancora oggi rappresentati su un murales a Villa di Bleggio, realizzato nel 2002 e dedicato alla fondazione della prima cooperativa del Trentino, avvenuta il 28 settembre 1890.
Uno dei più grandi risultati di Speranza fu infine la partecipazione all’istituzione dell’ospedale di S. Croce e del quale fu il primo segretario contabile. Fondato nel 1894 con il nome di «Ospitale Ricovero di S. Croce di Bleggio», fra i suoi promotori si annoverano don Lenzi, che ne fu presidente fino al 1917, don Lorenzo Guetti e don Giovanni Salvadori (1836-1900). L’ente iniziò la sua opera come ospedale nel 1902, trasformandosi poi in casa di riposo nel 1969 per opera di Senatore Bellotti di Comighello (1896-1992), nipote di Speranza.
Durante la Prima guerra mondiale, come egli stesso ricorda, Speranza fu arrestato per aver letto il Corriere della sera e per presunta lettura di un opuscolo pubblicato da Cesare Battisti. L’arresto avvenne il 20 febbraio 1915 e coinvolse anche il dr. Giusto Galli, Ignazio Martini e Mario Martini. Egli venne in seguito rilasciato. Tre mesi dopo, nel maggio 1915, riuscì fortunatamente ad evitare l’internamento.
Gli anni della Grande Guerra sono particolarmente difficili per la società giudicariese e Speranza li trascorre dedicandosi alla famiglia e alla scrittura, riportando minuziosamente gli eventi locali nel suo diario.
Giunse infine il giorno della sua morte. Il 24 febbraio 1919, alle ore 8 di mattina, Daniele Speranza morì nella sua casa di Duvredo, all’età di 76 anni. La sua tomba è ancora oggi presente al cimitero di
S. Croce e riporta queste parole:
«A Daniele Speranza da Duvredo che, maestro per 45 anni, il 24.II.1919 d’anni 76 nel gaudio degli angeli raggiungeva la moglie Maria n. Bellotti e nove dei suoi figli.
La famiglia a memoria».