Cooperativa di consumo


Nasce per garantire ai soci-consumatori l’accesso a prodotti e beni ad un prezzo inferiore a quello di mercato, valorizzando la produzioni del territorio.

Tra le prime cooperative di consumo al mondo è annoverata l’esperienza di Rochdale, in Inghilterra, nel 1844.

Nel Regno sabaudo la prima cooperativa di consumo è l’Alleanza cooperativa torinese, nata a Torino nel 1854 come magazzino sociale della Società degli operai della città piemontese; essa era nei fatti una delle tante società di mutuo soccorso che svolgevano varie attività e servizi e che assumerà il nome di Associazione generale degli operai di Torino.


Per l'area trentina ricordiamo la Società cooperativa rurale di smercio e consumo di Santa Croce nel Bleggio, costituita nel 1890 per volere di don Lorenzo Guetti.

Racconta il Guetti. “Un accidente provvidenziale mi ha messo per questa via, e non mi rincresce niente affatto della cosa, perchè vedo riuscire a tutto vantaggio di questo nostro popolo sì bisognoso di vero e pronto aiuto. Due anni fa mi si presentarono alcuni miei amici popolari, e mi colpirono a bruciapelo con questa domanda: “Lei, signor curato, ci deve fare un piacere”. “Ed è?”. “Quest'inverno siamo stati in Piemonte; abbiamo visto e provato quanto bene fanno colà i magazzini cooperativi; lei deve aiutarci a metter sù qualchecosa di simile anche qui da noi”. “Ma che? Io adesso dovrò, come prete, fare il negoziante? Vi pare che sia cosa manco da pensarci?”. “Che negoziante? Qui si tratta di aiutare noi contadini a provvedere da noi stessi il necessario alla vita con minor spesa possibile; qui non ci deve essere nissun barlume di negozio come intende lei, ma una specie di società cooperativa ecc. Qui abbiamo portato alcuni statuti, li esamini,e poi ne metta insieme uno che faccia al nostro caso. Domenica prossima verremo a prendere una risposta, ma la vogliamo affermativa addirittura”. E la prossima domenica, finite le funzioni della sera, gli amici puntualmente furono in canonica, e la cosa fu combinata, se non in tutte le sfumatura, almeno nei tocchi principali della grande tela quale poscia dovea divenire” E più avanti prosegue: “Col primo luglio 1891 si apriva il magazzino cooperativo in Villa di Santa Croce in Giudicarie, e col primo di gennaio 1893 si avranno in piena attività altri tre magazzini cooperativi giudicariesi, cioè a Vigo Lomaso, a Creto in Pieve di Bono e a Roncone. La scintilla che gran fiamma seconda è un fatto per le Giudicarie: vedremo che lo sia anche per tutto il Trentino”.

Alla fine del 1892 don Lorenzo Guetti si convince di modificare il nome, introducendo per la prima volta quello di “Famiglia cooperativa”, espressione che è ancora in uso a distanza di più di 130 anni. Il sacerdote giudicariese ne spiega i motivi: “Il nome troppo generico di consorzio cooperativo ebbe a infiltrare in certe autorità subalterne l’idea di guadagno, di negoziature, di speculazione (...) Per fare intendere quindi maggiormente i nostri diritti, che altri amano dire privilegi, abbiamo messo in testa a queste società il nome di famiglia cooperativa”.

Nel 1894 sull’Almanacco agrario il prete imprenditore delle Giudicarie Esteriori scrive: “In ogni paesello ben amministrato non dovrebbe mancare oltre la Chiesa e la Scuola anche la Cassa rurale e la Famiglia cooperativa.La Famiglia cooperativa poi ci porta in paese al minor costo possibile que’ generi di cui abbisogniamo per vivere e più ancora essa procura di smerciare col maggior vantaggio quel poco di derrate od altro che avessimo in più. Lo so, l’idea felice è entrata ormai in testa a tutti i nostri contadini”.

Per approfondire:
Massimo Ferrante, Il consumatore imprenditore. Le logiche organizzative della cooperazione di consumo, Il Mulino, Bologna, 1994.