Famiglie in campo, semi di comunità
In una società che tende all’individualismo, le giovani generazioni rischiano di rimanere prive di un’educazione capace di trasmettere i valori portanti che stanno alla base di comunità coese e solidali.
La figura genitoriale può giocare un ruolo chiave nella trasmissione di questo patrimonio valoriale.
Tuttavia da un’indagine preliminare effettuata con il gruppo informale di famiglie delle Giudicarie Esteriori “Genitori di talento” emerge la necessità di affiancare ai metodi educativi in uso, strumenti e tecniche relazionali volte a potenziare il loro impatto educativo sui giovani.
Il progetto prevede l’attivazione di un percorso educativo e formativo basato sul principio dell’auto-mutuo aiuto (self help). Tramite questo strumento i genitori avranno la possibilità di comunicare e condividere il proprio bagaglio di esperienze educative, e al contempo, dall’ascolto attivo delle testimonianze dei colleghi genitori potranno apprendere idee e strategie utilizzabili nel proprio contesto familiare. Praticando la reciprocità s’intende facilitare l’esplorazione delle figure interne genitoriali (il materno e il paterno), incrementare la capacità da parte dei genitori di instaurare relazioni autentiche con i propri figli e offrire alle famiglie uno sguardo educativo capace di rendere le situazioni di fragilità e di conflitto occasioni di crescita.
Lo scambio di testimonianze genitoriali e buone pratiche relazionali in ambito educativo verrà favorito dalla presenza del dott. Ignazio Punzi, psicologo, psicoterapeuta familiare, esperto di psicologia di comunità e formatore, cui è affidato il compito:
1) di fornire gli input iniziali;
2) guidare il processo;
3) favorire l’apprendimento del metodo partecipativo e di self help;
4) facilitare un clima relazionale di fiducia, di confronto e di sostegno reciproco.
Nello specifico il formatore si avvarrà di un metodo che al contempo è sia maieutico che ermeneutico. Maieutico perché si utilizzano una serie di domande aperte per innescare e guidare processi di emersione e di autoconsapevolezza dei propri “saperi pedagogici” costruiti attraverso l’esperienza. Ermeneutico perché il punto di partenza non saranno le teorie descritte nei manuali di psicopedagogia, ma le storie dei partecipanti, con le loro fatiche, bellezze, fallimenti e scoperte.
Il progetto si è svolto tra il mese di maggio 2019 e il mese di ottobre 2019 e ha previsto l’organizzazione di quattro incontri serali e di un corso residenziale di un giorno e mezzo per un totale di 24 ore. Sia gli incontri serali che il residenziale si sono svolti presso il Centro Pastorale della Parrocchia di Santa Croce