Enea Mazzoli

(1927-2019)
 
 

Nato in provincia di Bologna, protagonista della ricostruzione civile e del movimento cooperativo dopo aver fatto parte della Resistenza.

Egli ricorda come “in molti casi le cooperative erano divenute veri e propri centri di lotta partigiana, nuclei armati di combattimento”; il fascismo aveva preso di mira il movimento cooperativo, eppure - nota Mazzoli - “fu stupefacente la rapidità con la quale, in pochi mesi, dopo la buia e persecutoria parentesi più che ventennale del fascismo, che portò stagnazione, regresso, dilapidazioni di ingenti patrimoni, degenerazione delle finalità, dopo gli attacchi, gli incendi, le devastazioni, le bastonature e gli assassini dei primi anni Venti, con la colpevole complicità di certa stampa, di Casa Savoia, della forza pubblica”.

Nel 1952 entrò nel consiglio direttivo della Lega nazionale delle cooperative e mutue e nel 1974 divenne consigliere di amministrazione di Unipol. Fu presidente di Unipol dal 1979 ed in seguito presidente onorario dal 1996. Nel 1976 viene eletto presidente di Coop Italia.

Perseguì sempre i valori cooperativi e scrisse testi e articoli sulla cooperazione e sul mondo imprenditoriale, con carattere politico, amministrativo ed economico.
Secondo Mazzoli “il movimento cooperativo è una libera e grande associazione che, perseguendo obiettivi sociali ed economici di interesse popolare, unisce tutti coloro che vivono del proprio lavoro, educandoli a vivere fraternamente e civilmente, nel rispetto delle diverse opinioni, dimostrando che lo sviluppo della personalità e della dignità dell’uomo si concretizza soprattutto cooperando per fini sociali e non speculativi”.

In un articolo del 1992, Enea Mazzoli rimarca la differenza sostanziale tra impresa capitalistica e impresa cooperativa: “In cooperativa vige o può valere una scala di valori diversa da quella che vige nell’impresa privata. Entrambe devono essere efficienti e competitive sul mercato. Quella privata è comandata dal profitto e dai dividendi. Quella cooperativa è comandata dal servizio all’utente, dall’utilità sociale, dalla solidarietà, dallo status più apprezzabile di dipendente”.

Nel saggio dal titolo Gli sviluppi della cooperazione italiana dal dopoguerra a oggi (2005) egli scrive: “In Italia la specificità cooperativa sul piano giuridico e sostanziale si mantiene e si realizza sulla base di tre principi fondamentali.
1. il modus operandi della gestione democratica, per cui resta la regola “una testa, un voto”;
2. la struttura dei diritti di proprietà, che in cooperazione sta nell’impossibilità del socio di appropriarsi del capitale accumulato negli anni coi profitti dell’impresa cooperativa;
3. la limitazione per legge del massimo di dividendi distribuibili dell’utile di ogni esercizio, stabilito in due punti e mezzo in più sui rendimenti dei buoni postali”.

Alcuni dei volumi pubblicati da Enea Mazzoli:
La frontiera flessibile. Creatività dell'economia sociale, Liocorno, Roma, 1995
Impresa cooperativa ed economia della partecipazione, Ediesse, Roma, 1997
Coop Italia, 1997 (con Vincenzo Tassinari)

Per approfondire:

Verso una nuova teoria economica della cooperazione, 2005 (con Stefano Zamagni)
• Per una ricostruzione della figura e dell’azione in campo cooperativo si rinvia al testo di Vera Zamagni, Come si è affermata la grande impresa cooperativa in Italia. Il ruolo strategico di Enea Mazzoli, edito da Il Mulino nel 2016.