Nullo Baldini
Nullo Baldini (Ravenna 1862-1945)
Nato a Ravenna da una famiglia di tradizioni garibaldine, sin da ragazzo impegnò la propria vita nel campo dell’associazionismo di stampo socialista, per dare forza ai braccianti e ai ceti più deboli.
Il suo nome è legato in particolare agli “scariolanti”, i poverissimi operai che con la sola forza delle braccia avevano il compito di bonificare le paludi del Polesine e della Bassa Romagna, falcidiati dalla malaria (la mortalità nei primi anni era superiore al 20%).
Promotore, con il concorso di 303 membri, dell’Associazione generale degli operai braccianti, attiva sia sul versante dei lavori di bonifica (in particolare nell’Agro Pontino) che su quello della conduzione collettiva delle tenute agricole, fondò nel 1901 la Federazione provinciale delle cooperative di Ravenna, che oggi porta il suo nome.
L’Associazione di Baldini assunse i lavori per la bonifica della zona; prese in affitto terreni paludosi che furono bonificati e divennero rigogliosi di fiorenti coltivazioni. I cooperatori romagnoli, che crebbero in numero fino a raggiungere i 3000 membri, bonificarono il malsano e paludoso Agro romano di Ostia, Isola sacra, Camposalino e Maccarese. Fu l’impresa di bonifica che fece epoca.
I braccianti di Baldini contribuirono a ricostruire (1908) prima Messina e più tardi (1915) Avezzano distrutte dal terremoto.
Restituirono alla vita paludi in Sardegna, in Puglia e nella Maremma, costruirono tronchi della ferrovia Larissa-Atene in Grecia.
"La cooperazione ravennate – scrisse Baldini – contribuì largamente alla bonifica agraria del territorio. Ma anche ad una vera bonifica umana, suscitando nei braccianti sentimenti di responsabilità, di altruismo e di solidarietà e di molti operai, destinati nella loro vita a rimanere dei miseri carriolanti, ne fece dei dirigenti provetti e degli abili amministratori".
Di orientamento socialista, fu deputato nelle file dell’omonimo partito tra il 1919 e il 1924, assumendo al contempo ruoli organizzativi nel mondo cooperativo e del lavoro.
Fu membro del Consiglio superiore del lavoro, del consiglio nazionale della Lega nazionale delle cooperative e del comitato direttivo della Confederazione Generale del lavoro.
Le persecuzioni fasciste rivolte contro di lui e gli assalti degli squadristi contro le sedi delle cooperative locali lo costrinsero però a lasciare l’Italia e a riparare a Parigi, dove insieme ad altri esuli socialisti promosse la nascita di cooperative per dare lavoro agli emigrati e ai profughi.
Nel 1941 fece ritorno in Italia, impegnandosi nella ricostituzione del Partito Socialista e, poi, nella liberazione di Ravenna, sua città natale, dai nazifascisti.
Poco prima di morire, riceverà dal governo presieduto da Bonomi l’incarico di commissario delle cooperative ravennati.
Il testamento spirituale di Nullo Baldini fu il seguente: "Muoio nella mia fede socialista che ho abbracciato appena adolescente e che mi fu guida in ogni atto della mia vita, convinto, sempre più, specialmente per gli avvenimenti ai quali ho assistito in questi ultimi anni, che pace, giustizia sociale e libertà saranno vane parole fin che l’attuale regime capitalista, basato sul suo più sordido egoismo individuale, non verrà sostituito da un regime nel quale non sia possibile lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e l’interesse della collettività sovrasti sempre sull’interesse individuale".
Oggi la prima cooperativa di braccianti agricoli italiana vive attraverso CAB TERRA.
Dal sito www.cabterra.it si legge che “La C.A.B. TER.RA. è stata la prima Cooperativa agricola nata in provincia di Ravenna; infatti le sue origini risalgono al lontano 1.888 quando il 17 ottobre, Nullo Baldini assieme ad un gruppo di 40 braccianti costituì una Società anonima Cooperativa denominata “Associazione Generale fra gli Operai Braccianti del Comune di Ravenna”. Successivamente, in varie fasi, la denominazione venne modificata in Cooperativa Agricola Braccianti di Ravenna ed infine nel 1996, a seguito della fusione con la Cooperativa Agricola Braccianti di Piangipane, le cui origini risalivano al 1907, ha assunto l’attuale denominazione di C.A.B. TER.RA. (Cooperativa Agricola Braccianti Territorio Ravennate)
La C.A.B. TER.RA. conduce attualmente 2.097 ettari di terreno, dei quali 2057 in proprietà e 40 in affitto, superficie che si estende su di un territorio che va dalla zona litoranea a Nord di Ravenna (Az. Bonifico, Az. Pantanella), a Sud di Ravenna (Az. Raspona, Az. Torraccia), fino a raggiungere i confini con i comuni di Forlì e Faenza (Az. Minarda)”.
Scritti dell’Autore:
N. Baldini, Memorie e altri scritti, a cura di P.P D’Attorre e E. Dirani, Longo Editore, Ravenna, 1995
Per approfondire:
• Nullo Baldini pioniere del socialismo e della cooperazione. A cura della federazione del PSI, Ravenna, 1952
• AA. VV., Nullo Baldini nella storia della cooperazione, Roma, 1966.
• Mario Franceschelli, L'assalto del fascismo alla cooperazione italiana, Editrice Coop, 1949
• Treccani, Baldini, Nullo nell'Enciclopedia Treccani
Per approfondire:
• D. G. Molesi, Nullo Baldini (le memorie) - Andrea Costa (la famiglia), Il Romagnolo, Ravenna, 1991
• F. Bojardi, Baldini Nullo, in A. Varni (a cura di), Emilia Romagna terra di cooperazione, Eta/Analisi, Bologna, 1990.
• Silvano Bensasson, Cooperazione e riformismo in Italia, Roma, 1948